Cambia ancora il Codice amministrazione digitale. Ora il software OPEN SOURCE diventa la scelta standard per le PA

Con l'approvazione della Camera dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese, é stata approvata ieri anche una ulteriore modifica del Codice dell Amministrazione Digitale che stabilisce nuove ed importanti novità in materia di uso del software Open Source nella PA.
Una modifica che dovrebbe quantomeno convincere le pubbliche amministrazioni a valutare con maggiore attenzione la scelta di software libero invece che quello con licenza bloccata.
Si tratta dell’articolo 29-bis, introdotto nel corso dell’esame in sede referente, che modifica parzialmente l’art. 68, comma 1 del decreto legislativo n. 82/2005 (Codice dell’amministrazione digitale).
Grazie a questa modifica, gli estensori dei bandi di fornitura di sistemi informatici per pubblica amministrazione dovranno, d’ora in poi, quantomeno “valutare” il possibile impiego di “software libero” per la concessione degli appalti.
Per la verità, la norma oggetto della modifica si limita a prevedere che le pubbliche amministrazioni, le quali devono acquisire programmi informatici per le loro attività, debbano farlo a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra varie soluzioni disponibili sul mercato, tra le quali appunto vi sono non solo i programmi informatici “a codice sorgente aperto”, ma anche il cosiddetto “software libero”.
L'espressione “software libero”, oggetto dell’integrazione, dovrebbe riferirsi alla totale libertà dell'utente (in questo caso le pubbliche amministrazioni) di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software acquistato o semplicemente adottato.

Ecco il testo approvato:
All' articolo 10 del nuovo Provvedimento si legge:
All'articolo 68 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, il comma 1 è sostituito dal seguente:
«1. Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato:
a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione;
b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto della pubblica amministrazione;
c) software libero o a codice sorgente aperto;
d) software combinazione delle precedenti soluzioni. Solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l'impossibilità di accedere a soluzioni open source o già sviluppate all'interno della pubblica amministrazione ad un prezzo inferiore, è consentita l'acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d'uso.
La valutazione di cui al presente comma è effettuata secondo le modalità ed i criteri definiti dall'Agenzia per l'Italia digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresì parere circa il loro rispetto»

Software Open Source? Un termine inglese che significa sorgente aperta e indica un software i cui autori ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. L'open source ha tratto grande beneficio da Internet che permette ai programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto.

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