Open source nella PA, il Dl “Salva Italia” riapre la partita


Estratto da un articolo di Domenico Pennone  pubblicato sul sole24ore GEL del 28 GENNAIO 2012 - n ̊ 3-4

Un’importante e recente modifica al Codice dell’amministrazione digitale, presente nel testo della manovra economica del governo Monti (Decreto “Salva Italia”), prova, ancora una volta, a spingere le Pubbliche amministrazioni verso il maggiore utilizzo dell'open osirce. Una modifica, che dovrebbe quantomeno convincere le Pubbliche amministrazioni, a valutare, con maggiore attenzione, la scelta di software libero invece che quello con licenza bloccata.
Si tratta dell’articolo 29-bis, introdotto nel corso dell’esame in sede referente, che modifica parzialmente l’articolo 68, comma 1 del Decreto legislativo 82/2005 (Codice del- l’amministrazione digitale). Grazie a questa modifica, gli estensori dei bandi di fornitura di sistemi informatici per pubblica amministrazione, dovranno, d’ora in poi, quanto- meno “valutare” il possibile impiego di “software libero” per la concessione degli ap- palti. Per la verità, la norma oggetto della modifica si limita a prevedere che le pubbliche amministrazioni che de- vono acquisire programmi in- formatici per le loro attività, dovranno farlo a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra varie soluzioni disponibili sul mercato, previste ex lege, tra le quali appunto non solo i programmi informatici cosiddetti a codice sorgente aperto ma, questa è la novità, anche il cosiddetto “software libero”. L’espressione “software libero”, oggetto dell’integrazione, dovrebbe riferirsi alla totale libertà dell’utente (in questo caso le Pubbliche amministrazioni) di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software acquistato o semplice- mente adottato.

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Open source, il Dl “Salva Italia” riapre la partita di Domenico Pennone

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