Infomobilità, al via i nuovi piani regionali

Il Sole 24 Ore - Guida agli Enti Locali Numero 12 del 22/03/2008 Pagina 18

Nel 2008 verrà completata la redazione dei programmi per la mobilità locale, promossi dal Dipartimento Affari regionali. Obiettivo: rendere il trasporto sempre più intermodale favorendo in particolare i sistemi informativi e l'offerta innovativa.

di Domenico Pennone

L'infomobilità rappresenta un'area decisiva per la politica d'innovazione, sospingendo la competitività con il non disprezzabile effetto collaterale di migliorare la qualità della vita dei cittadini». A dichiararlo è il ministro uscente per gli Affari regionali e Autonomie locali, Linda Lanzillotta. L'infomobilità, dunque, diventa un obiettivo strategico e prioritario per il Governo. Un obiettivo che coinvolge lo sviluppo economico, i trasporti e l'intero sistema dei territori.Quali sono i principali progetti avviati dal governo su questo importante fattore di ricerca e innovazione?«Il Governo ha avviato diverse iniziative su questa materia. I sistemi cosiddetti Its (Information Transportation Systems) hanno una parte consistente sia nel Piano Generale della Mobilità sia nei progetti d'Industria 2015 sulla mobilità sostenibile. Ma l'intervento principale, soprattutto nei confronti dei territori, è in corso di attuazione mediante il Programma Elisa, che, per buona parte, ha come obiettivo proprio lo sviluppo dei sistemi d'infomobilità su cui abbiamo registrato in questi mesi grande interesse non solo da Comuni e Province (che sono i beneficiari degli interventi), ma anche dalle Regioni che devono verificare la coerenza delle iniziative locali con i piani regionali. L'obiettivo, su tutti i temi, ma in particolare su quello dell'infomobilità, è quello di lanciare azioni innovative ma, soprattutto, creare intorno a questi progetti aggregazioni tra più territori. Dobbiamo superare la cultura delle best practice, che troppo spesso si ferma a livello locale e non riesce a diffondere i germi dell'innovazione. La svolta si avrà generando modelli utilizzabili effettivamente in tutto il Paese, così da essere volano per l'innovazione e competitività a livello internazionale. Elisa punta anche a collegare la spinta innovativa degli Enti locali e delle Regioni, con le potenzialità di ricerca e sviluppo del sistema imprenditoriale. Le imprese possono giocare, infatti, un ruolo fondamentale in tutto questo processo. Gli investimenti pubblici, centrali e locali, insieme alla voglia di rischiare e alle professionalità degli imprenditori possono davvero segnare una svolta nella capacità d'innovazione del nostro sistema produttivo».Entro la prima metà del 2008, in base all'accordo assunto in Conferenza unificata, le Regioni dovrebbero redigere piani regionali dell'infomobilità. A che punto siamo? Quali sono le Regioni e le città più attive su questo fronte?«Siamo davvero a buon punto. Al momento sono 15 le Regioni che hanno redatto i Piani dell'infomobilità. Questo significa aver lavorato a tutti i livelli sulla destinazione delle risorse, sulla progettualità e aver analizzato le esigenze del territorio. Questi piani, oltre a essere fondamentali per il Programma Elisa, costituiscono un modello di lavoro per il futuro. Alle Regioni spetterà la pianificazione degli interventi sul territorio; Comuni e Province avranno invece il compito di trasformare la programmazione in progetti operativi. Il ministero, anche attraverso la Commissione permanente per l'Innovazione tecnologica degli Enti locali e delle Regioni, oltre ad avere fornito il supporto iniziale alla redazione dei piani, avvierà iniziative di monitoraggio e seguirà attentamente gli sviluppi di questi processi e, soprattutto, misurerà la coerenza degli interventi locali con lo schema definito complessivamente a livello nazionale».Si sta tenendo conto in queste iniziative della necessità di ottimizzare e potenziare ogni modalità di trasporto quali quelle fluviali, marine ecc.?
«Certamente. L'obiettivo è quello di rendere il trasporto sempre più intermodale. Bisogna però distinguere bene gli ambiti d'intervento: al momento, il ministero considera prioritari gli aspetti più legati al traffico urbano, nello sforzo di potenziare i sistemi informativi del trasporto pubblico e di quello privato. In un secondo momento, probabilmente già nella seconda fase del Programma Elisa, l'attenzione si concentrerà sui sistemi logistici e sull'integrazione del trasporto delle merci, per il quale le vie fluviali e le autostrade del mare costituiscono dei riferimenti essenziali».Le iniziative del governo e degli Enti locali vanno anche nella direzione di promuovere e incoraggiare la propulsione pulita e l'uso dei trasporti più rispettosi dell'ambiente?
«Sì, il principio che sta alla base di queste azioni è proprio quello della sostenibilità. Concentrare gli sforzi nel migliorare i sistemi di viabilità, nel fornire informazioni utili ai cittadini per muoversi meglio negli spazi urbani ed extraurbani, potenziare anche sotto il profilo informativo il trasporto pubblico locale, sono tutti strumenti per un unico obiettivo: migliorare la qualità della vita sia dal punto di vista dei tempi che da quello della tutela ambientale. E per aggiungere un ulteriore elemento proprio in merito al trasporto pubblico urbano, è evidente che non basta creare una rete informativa se non si migliora la qualità complessiva del servizio. Un risultato che si può raggiungere anche con una maggiore apertura al mercato. Infine, non sfugge come tutte queste iniziative si collochino in stretta relazione con le politiche internazionali di contrasto alla congestione urbana. Le esperienze europee d'accesso a pagamento ai centri urbani di Londra e di Stoccolma non solo sono state ben accettate dai cittadini di quelle città, ma hanno generato una riduzione significativa dell'inquinamento urbano ed extraurbano. È per questa ragione che è necessario seguire con grande interesse l'iniziativa dell'Ecopass del sindaco Moratti a Milano, che, dopo le difficoltà iniziali, sta ottenendo risultati positivi. Naturalmente, i miglioramenti tecnici sono sempre possibili anche per l'ecopass milanese».Rispetto alle Politiche europee e alle iniziative intraprese in altri Paesi come si colloca l'Italia?«Ho studiato molto approfonditamente quanto avviene in Europa e nel resto del mondo. Quello che si può dire è che oggi il nostro Paese esprime una grande vitalità su questo tema anche a livello internazionale. I nostri territori stanno cominciando ad investire in modo coordinato, in Italia si trovano alcuni tra i più importanti luoghi d'innovazione tecnologica sul tema della mobilità, voglio citare per tutti l'Università di Bologna e il Centro Ricerche Fiat, e la cosa più interessante è che molti italiani, anche all'estero, costituiscono le avanguardie della ricerca nel settore. È un contesto molto ricco per noi nel quale non bisogna perdere tempo ed essere subito operativi. In tal senso vorrei segnalare il previsto accordo con il Rettore dell'Mit (Massacchussets Institute of Technology) sulle tematiche dell'infomobilità nei territori italiani che darà vita a una serie di iniziative in coordinamento con gli Enti locali proprio per potenziare la ricerca applicata sul tema degli ITS. Altri accordi sono previsti entro l'estate con università e centri di ricerca italiani e stranieri. Insomma, è davvero possibile che proprio su questo tema non solo non si perda il treno della competitività, ma si possa costruire un punto di vantaggio internazionale per il nostro Paese. Il ministero continuerà a lavorarci intensamente, in modo locale e globale, guardando cioè alle eccellenze internazionali ma senza mai perdere di vista la qualità che dobbiamo sempre di più esprimere sui nostri territori».

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