Obiettivo trasparenza per l’informatore comunitario

Il Sole 24 Ore - Guida agli Enti Locali Numero 30 del 28/07/2007 Pagina 14
La Commissione Ue ha avviato una nuova politica per promuovere l’idea di un’Europa aperta, trasparente e accessibile a tutti i cittadini. Fondamentale in questo quadro il ruolo dei dipendenti pubblici locali come “canali” per creare una vera identità condivisa basata sul dialogo con le istituzioni
di Domenico Pennone

L'Europa sta vivendo cambiamenti fondamentali che delineano nuove prospettive, sfide e opportunità. Questi cambiamenti impongono il miglioramento delle strategie di comunicazione per garantire la conoscenza e la percezione dell'Unione. In tale ottica si colloca l'adeguamento e il rafforzamento degli strumenti di informazione capaci di avvicinare i cittadini alla nuova Europa, creando le basi per un dialogo e una partecipazione attiva e consapevole alla comune appartenenza.
LE NOVITÀ
Il trattato dell'Unione europea e la Carta europea dei diritti fondamentali sanciscono che l'informazione e la libertà di espressione costituiscono il nucleo vitale della democrazia in Europa. La Commissione europea, sulla Base di questi principi, ha sviluppato in questi anni un approccio alla comunicazione che pone i cittadini al centro delle politiche dell'Unione.Dal 2001 la Commissione europea ha anche avviato una riflessione su come migliorare sempre di più la comunicazione europea. L'esperienza ha mostrato, infatti, che i cittadini dell'Unione non sono ancora sufficientemente consapevoli del ruolo svolto dalla Comunità europea nel finanziamento dei programmi destinati a potenziare la competitività economica, a creare posti di lavoro e a rafforzare la coesione interna. Questa consapevolezza ha richiesto dei cambiamenti di rotta sulle modalità di gestione della comunicazione. Cambiamenti che sono stati definiti essenzialmente nell'approvazione del nuovo Regolamento (Ce) n. 1828/2006 dell'8 dicembre 2006 recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e del regolamento (Ce) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale.
IL REGOLAMENTO
Il Regolamento n. 1828/06, sia nelle premesse che in tutta la prima sezione, che consiste in 10 articoli, pone con molta forza il tema del miglioramento degli strumenti di informazione in grado di avvicinare maggiormente i cittadini alla nuova Europa.È evidente l'intenzione di aumentare la notorietà e la trasparenza dell'azione dell'Unione europea e di dare, in tutti gli Stati membri, un'immagine omogenea degli interventi in causa. Dopo l'esperienza delle prime due "programmazioni" 1994-99 e 2000-2006, è diventato chiaro che, in tema di comunicazione, non è più possibile limitarsi a una semplice diffusione di informazioni, ma occorre far comprendere appieno l'azione e le politiche comunitarie, stimolando un dialogo e attivando una maggiore partecipazione dei cittadini al dibattito europeo.Vediamo allora quali sono le novità in tema di comunicazione e soprattutto le disposizioni che la Commissione europea stabilisce, in materia, nel nuovo regolamento.In primo luogo, così come già stabilito per la precedente programmazione, le autorità di gestione dei fondi europei dovranno provvedere, in questi mesi, all'elaborazione di un piano di comunicazione in cui saranno indicati con precisione gli interventi informativi e pubblicitari necessari a migliorare la comunicazione e l'informazione. Ma, e questa è una novità, le autorità locali dovranno indicare con chiarezza il nome e le funzioni di chi è responsabile di questo piano. Lo Stato membro o l'autorità di gestione dovranno inviare il piano di comunicazione alla Commissione entro quattro mesi dalla data di adozione del programma operativo, oppure, se il piano di comunicazione riguarda due o più programmi operativi, dalla data di adozione dell'ultimo di tali programmi. In assenza di osservazioni da parte della Commissione, il piano è considerato conforme. In pratica, la Commissione europea ha introdotto un principio di sorveglianza sulle modalità di comunicazione previste nei piani.
TRASPARENZA
Per garantire che le informazioni sulle possibilità di finanziamento siano ampiamente diffuse e raggiungano tutte le parti interessate e, per ovvie ragioni di trasparenza, il regolamento definisce il contenuto minimo degli interventi informativi necessari. Così, insieme all'obbligo di esposizione delle bandiere nella giornata europea e la necessità di programmare eventi, il regolamento impone di dare sempre "tempestiva e completa informazione sulle procedure di ammissione ai finanziamenti".
VALUTAZIONE
Inoltre, il regolamento introduce un importante nuovo obbligo: la pubblicazione in formato elettronico o in altra forma, dell'elenco dei beneficiari, della denominazione delle operazioni e dell'importo del finanziamento pubblico destinato alle operazioni. Questo è indubbiamente un importante elemento di trasparenza che consente a tutti i cittadini, di verificare con numeri, cifre e nomi, l'entità del contributo allo sviluppo locale che arriva dall'Europa.Sulle strategie informative e pubblicitarie attuate e sui risultati ottenuti, la Commissione ha poi ritenuto che fossero designate persone di riferimento e responsabili degli interventi informativi e pubblicitari, destinate a far parte di adeguate reti comunitarie. La Commissione, oltre alla valutazione della compatibilità dei Piani di comunicazione, si riserva di effettuare una completa valutazione delle attività di comunicazione realizzate nel periodo della programmazione. Anche in questo caso, la Commissione europea ha deciso di introdurre maggiori elementi di controllo sulla "qualità" della spesa per la comunicazione, puntando su nuovi criteri di valutazione degli interventi informativi. Criteri di valutazione che però allo stato non sono stati ancora definiti nel dettaglio.Trasmettere l'idea di un'Europa aperta, trasparente e accessibile è, dunque il nuovo vero obiettivo della Commissione europea. Obiettivo che nasce ovviamente anche dagli insuccessi dell'affermazione di una coscienza europea che hanno visto il loro massimo nella bocciatura in Francia della proposta di Costituzione europea.
NUOVA POLITICA
Per le autorità europee, alla base della nuova politica d'informazione e comunicazione dovrà esserci l'obbligo di avvicinare di più l'Europa ai suoi cittadini. Nei prossimi mesi, gli operatori della comunicazione europea saranno chiamati a istituire un autentico dialogo con tutti i cittadini garantendo che questi abbiano accesso a maggiori e giuste informazioni. La comunicazione non potrà dunque più limitarsi a una semplice diffusione di informazioni, ma dovrà far comprendere appieno l'azione e le politiche comunitarie, stimolando il dialogo e la partecipazione dei cittadini al dibattito europeo. La constatazione del deficit di comunicazione, che in questi anni ha caratterizzato i rapporti fra cittadini e istituzioni europee, impone una nuova strategia di comunicazione ma anche, una nuova "identità condivisa" fra tutti gli operatori. In tal senso cambia e aumenta il ruolo di quelli che comunemente sono chiamati "informatori comunitari", dipendenti pubblici e consulenti della Pubblica amministrazione, soprattutto locale, che hanno il compito di offrire informazioni a uomini, donne, studenti, imprenditori, agricoltori, disoccupati, sulle opportunità di crescita e sviluppo che l'Unione europea offre.

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