Noi governiamo


"Noi governiamo 16 regioni su 20, 74 province su 108, 5mila comuni su 8mila. La questione morale ci riguarda.
Ha mai visto un ufficio della California a Roma? Allora che ci fanno le ambasciate delle regioni all’estero.
A Bruxelles è giusto esserci, ma non interi palazzi.
All’epoca di Tangentopoli si trattava di reati. Ora ti dicono che è tutto legale. La Corte dei Conti può fare poco. La magistratura? Per carità.
A Roma scontri selvaggi, una commissione a te e una a me. Come in Campania, da cui è nato il nostro ordine del giorno (ndr quello presentato al Consiglio Nazionale della Quercia oltre che da Salvi e Villone anche da Giorgio Napoletano, oggi senatore a vita. Su questo aspetto della presentazione dell’odg evidentemente si saprà di più nella stesura del libro. Si ricorderà che in quella occasione il governatore Bassolino abbandonò infuriato la riunione).
C’è un vizio di sistema che riguarda il rapporto tra etica e politica. Bisogna cambiare le leggi. Per esempio quelle sul federalismo amministrativo e la riforma costituzionale del titolo V e non solo quelle varate dal centrosinistra negli anni 90 ma anche quelle del centrodestra che riguardano la devoluzione, quando sarà approvata. Il federalismo significa che ognuno fa quello che vuole. Perché il nostro federalismo è molto strano: si aumentano le competenze delle Regioni, ma sempre con i soldi dello Stato.
Una norma di spesa non entra in vigore se non è pubblicata su Internet. Dalle consulenze alle società pubbliche, con nomi, cognomi e stipendi. Tutto. E’incredibile che si nascondano questi dati in tutti i modi."
Da: “Il prezzo della democrazia”, edito da Mondadori.

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